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di
Mentre il Signore creava il mondo, disse: "Bene! Ho visto che tutte le cose che ho
fatto sono buone. Adesso creerò l'erba e le piante, così, finalmente, potrò fare un bel
riposino". E la terra si coprì di erba e di piante di ogni tipo. Il Signore sorrise
soddisfatto, tirò un lungo respiro e si addormentò sul prato all'ombra di una grande
quercia.
Mentre dormiva, però, le nuvole del cielo si misero a litigare tra di loro. Poi ci si
mise di mezzo anche il vento e, tutti insieme, facevano un gran rumore, ma il Signore era
talmente stanco che continuava a dormire.
Tanto si azzuffarono che si mise a piovere. Pioveva, pioveva. Dopo un po', il sole, stanco
di essere messo da parte, tornò fuori e, al suo calore, le nuvole si dileguarono ed il
vento si placò.
Dall'erba bagnata cominciarono a spuntare fiori bianchi, di tutte le forme, poi,
all'orizzonte, apparve l'arcobaleno.
"Mhhh, che bella dormita!" disse il Signore stirandosi e, alzatosi, rimase
colpito dal bellissimo paesaggio. "Dev' essere successo qualcosa mentre
dormivo", disse, "ma i fiori tutti bianchi non mi piacciono, voglio che siano di
tutti colori!" Così l'arcobaleno si sciolse e cadde sul prato colorando tutti i
fiori. "Così va meglio!" disse il Signore.
Ma scostatosi un poco per vedere la sua opera, si accorse che dietro di lui era rimasto un
fiorellino piccolo piccolo. Era bianco e ripiegato da un lato. "Oh, scusami, ma
ahimè, l'arcobaleno ormai si è sciolto, non potrò più colorarti come ho fatto con gli
altri." Così spruzzò un po' di azzurro del cielo su di lui.
Da quel giorno quel fiore si chiama "non ti scordar di me".
(Tratta da "Il Giornalino - Primo Conto" della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza)