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di
Il vento profumava di tiglio. Il caldo estivo si faceva ancora desiderare, ma il cielo era
ugualmente terso, macchiato da batuffoli di nuvole.
Lui e lei risalivano la collina, seguendo un piccolo sentiero fra l'erba. In silenzio,
quasi per non disturbare quella natura ovattata.
Margherita era impaziente di arrivare in alto, Mirto si guardava attorno, rapito dal volo
delle farfalle e dal colore del cielo.
Raggiunsero la cima. Avrebbero voluto abbracciare quell'universo limpido: fecero un
respiro profondo e ad occhi chiusi e si buttarono giù sull'erba.
Nell'aria tiepida, che li avvolgeva in un manto magico, cominciarono a raccontarsi una
fiaba dopo l'altra; storie di regine, mercanti, principi e animali parlanti. Ad un tratto
si sentirono osservati. Qualche rumore, poi più nulla. Mentre continuavano a parlare si
accorsero che centinaia di fiori colorati si erano raccolti attorno a loro, ancora chiusi,
come se fossero nati in quell'istante. I fiori si girarono tutti verso di loro, emanando
un profumo mai sentito. Mirto e Margherita si misero a raccontare la storia dei due
innamorati che, per il maleficio di una strega invidiosa del loro amore, non potevano
avere bambini, non potevano neanche abbracciarsi, perché tutte le volte che ci provavano
erano fermati da una lastra di cristallo. Il loro dolore era grande, perché potevano
vedersi ma non toccarsi. E così per tanti anni. La ragazza piangeva a più non posso e a
lui si spezzava il cuore. Un giorno la ragazza, guardando triste la terra dove cadevano le
sue lacrime, si accorse che era nata una piantina che, crescendo, produceva dei bellissimi
fiori azzurri. Dentro uno di questi, la ragazza sentì una vocina che diceva "Se il
tuo amore vuoi abbracciare, il mio fiore alla strega devi dare". Così, la ragazza
prese il fiore e andò a porgerlo alla strega, facendo finta che fosse un regalo. La
strega fu sorpresa dal gesto della ragazza, prese il fiore di buon grado e lo mise in un
vaso. Ma dentro quel fiore abitava una fata che, appena la strega si fu addormentata, la
trasformò in pietra, sciogliendo così il sortilegio che impediva ai due giovani di avere
bambini. La fata abitò per sempre con i due giovani ed ebbero 100 bambini.
Dopo essersi raccontati questa storia, Mirto e Margherita stettero lì, appagati e
tranquilli fino a che non arrivò la notte e il sonno cadde su di loro. Anche i cento
fiori illuminati sotto il bianco della luna si adagiarono l'uno contro l'altro e si
addormentarono.
Mirto e Margherita al mattino si svegliarono, solleticati da un velo di nebbiolina che
aleggiava sui prati. Guardarono attorno: i fiori non c'erano più. Al loro posto c'erano
centinaia di bambini addormentati col sorriso sulle labbra.
(Tratta da "Il Giornalino - Primo Conto" della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza)