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Mirto e Margherita inventori di fiabe

di

Cris


Il vento profumava di tiglio. Il caldo estivo si faceva ancora desiderare, ma il cielo era ugualmente terso, macchiato da batuffoli di nuvole.
Lui e lei risalivano la collina, seguendo un piccolo sentiero fra l'erba. In silenzio, quasi per non disturbare quella natura ovattata.
Margherita era impaziente di arrivare in alto, Mirto si guardava attorno, rapito dal volo delle farfalle e dal colore del cielo.
Raggiunsero la cima. Avrebbero voluto abbracciare quell'universo limpido: fecero un respiro profondo e ad occhi chiusi e si buttarono giù sull'erba.
Nell'aria tiepida, che li avvolgeva in un manto magico, cominciarono a raccontarsi una fiaba dopo l'altra; storie di regine, mercanti, principi e animali parlanti. Ad un tratto si sentirono osservati. Qualche rumore, poi più nulla. Mentre continuavano a parlare si accorsero che centinaia di fiori colorati si erano raccolti attorno a loro, ancora chiusi, come se fossero nati in quell'istante. I fiori si girarono tutti verso di loro, emanando un profumo mai sentito. Mirto e Margherita si misero a raccontare la storia dei due innamorati che, per il maleficio di una strega invidiosa del loro amore, non potevano avere bambini, non potevano neanche abbracciarsi, perché tutte le volte che ci provavano erano fermati da una lastra di cristallo. Il loro dolore era grande, perché potevano vedersi ma non toccarsi. E così per tanti anni. La ragazza piangeva a più non posso e a lui si spezzava il cuore. Un giorno la ragazza, guardando triste la terra dove cadevano le sue lacrime, si accorse che era nata una piantina che, crescendo, produceva dei bellissimi fiori azzurri. Dentro uno di questi, la ragazza sentì una vocina che diceva "Se il tuo amore vuoi abbracciare, il mio fiore alla strega devi dare". Così, la ragazza prese il fiore e andò a porgerlo alla strega, facendo finta che fosse un regalo. La strega fu sorpresa dal gesto della ragazza, prese il fiore di buon grado e lo mise in un vaso. Ma dentro quel fiore abitava una fata che, appena la strega si fu addormentata, la trasformò in pietra, sciogliendo così il sortilegio che impediva ai due giovani di avere bambini. La fata abitò per sempre con i due giovani ed ebbero 100 bambini.
Dopo essersi raccontati questa storia, Mirto e Margherita stettero lì, appagati e tranquilli fino a che non arrivò la notte e il sonno cadde su di loro. Anche i cento fiori illuminati sotto il bianco della luna si adagiarono l'uno contro l'altro e si addormentarono.
Mirto e Margherita al mattino si svegliarono, solleticati da un velo di nebbiolina che aleggiava sui prati. Guardarono attorno: i fiori non c'erano più. Al loro posto c'erano centinaia di bambini addormentati col sorriso sulle labbra.

(Tratta da "Il Giornalino - Primo Conto" della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza)


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