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di
Quando ero un bambino come te, mi piaceva tantissimo guardare le farfalle che si posavano
sui fiori, correre in bicicletta, giocare con le automobiline, andare in altalena...
dedicavo tutto il mio tempo a questi giochi, oltre che a guardare le storie dei Puffi alla
televisione.
Il mio compagno di giochi si chiamava Amedeo. Era simpatico e soprattutto amava tutte le
cose che piacevano a me. Ci divertivamo tantissimo insieme. Ogni tanto però lui si
appartava nella sua cameretta, o in un angolino del terrazzo. Rimaneva lì, tutto solo e
silenzioso, per un bel po'. Sembrava in castigo.
Un giorno gli chiesi se quello fosse il castigo per una disobbedienza particolarmente
grave (un castigo che durava da così tanti giorni!...). Lui mi assicurò che non era
stato punito, e sottolineò anzi che nessuno lo costringeva a comportarsi così. Ancora
più incuriosito da quella risposta lo pregai di spiegarmi il perché di quello strano
comportamento. Lui sorrise ma non aggiunse altro.
Decisi di non insistere, temendo di rovinare quell'amicizia alla quale tenevo
moltissimo. Le ore che passavo con lui erano le più belle, perché Amedeo sapeva rendere
divertente e sempre nuovo qualsiasi gioco, e perché quando ne aveva voglia inventava
delle storie bellissime e affascinanti. Anche io avrei voluto avere la sua immaginazione,
anche io come lui avrei voluto inventare giochi nuovi e storie fantastiche.
Mi feriva, però, il suo silenzio. "Se Amedeo non vuole farmi conoscere il suo
segreto, significa che non mi considera un vero amico". Glielo dissi.
Qualche giorno dopo Amedeo venne a chiamarmi: aveva deciso di svelarmi il mistero. Mi
chiese di seguirlo nel suo angolino sul terrazzo, e una volta seduti sulla panchina
all'ombra della tenda color mattone, prese in mano un libro.
Ero stupito: tutto lì il suo segreto? "Leggere mi annoia! Lo faccio solo a
scuola!" affermai. Lui, senza darmi retta, mi indicò un disegno sul libro e
cominciò a raccontare una delle sue bellissime storie. A poco a poco, una magia mi
trasportò proprio dentro quel disegno e mi trasformò in uno dei protagonisti di quel
racconto!
La storia finì, purtroppo. Mi ritrovai sul terrazzo accanto al mio amico Amedeo.
"Come sei bravo!" gli dissi ammirato. "Ma come fai a inventare tutte queste
stupende storie?". "Guarda che io non ho inventato nulla: ho solo letto a voce
alta questo libro!" - esclamò Amedeo, un po' divertito. "Sai - continuò -
tutti i libri sono un po' magici: ti fanno vivere da protagonista le avventure che
raccontano. Questa è stata una delle scoperte più belle della mia vita!"
Da allora anche io, come Amedeo... ho viaggiato con Marco Polo verso la Cina, ho vissuto
l'avventura di Cristoforo Colombo alla scoperta dell'America, ho aiutato Gulliver a
difendersi dai Lillipuziani, sono stato compagno d'avventure dei tre moschettieri, ho
accompagnato Amedeo Cesare in Gallia, ho partecipato alle riunioni dei cavalieri della
tavola rotonda di re Artù, ho assistito Galileo nei suoi esperimenti.....