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Per Chiara e Alberto

 

GAIA

di

Marvi


Da tanto tempo volavo da una nuvola all'altra. Su quelle piccole appoggiavo la punta del piede e felice piroettavo come una trottola, su quelle grandi giocavo con tanti bambini e bambine. Quando ero stanca invece cercavo una nuvoletta di media grandezza, che mi accogliesse come una comoda soffice e calda poltrona. Da lì guardavo il cielo azzurro che si apriva infinito sopra di me, oppure chiacchieravo con le stelle e salutavo, agitando la manina, tutti gli angioletti che passavano (di solito erano di fretta, perché in ogni momento c'era qualcuno da aiutare sulla Terra).

Da qualche tempo, sempre più spesso, mi ritrovavo a guardare la Terra: quanti colori scorgevo e che belle voci mi arrivavano da laggiù nei giorni di cielo sereno!
Che fosse arrivato il tempo di scendere?
Allora dovevo spicciarmi: dovevo darmi da fare per scegliere il posto più giusto per me.

Per i miei viaggi di ricognizione avevo scelto la notte: ... così di giorno potevo ancora giocare con i miei amici!
Avevo anche deciso dove svolgere le mie ricerche. Dall'alto del cielo avevo notato una regione che mi sembrava stupenda per il verde intenso dei boschi, per il blu dei laghi di montagna, per il rosa delle vette, per la varietà e il profumo dei fiori.
Per le case poi non c'erano problemi: ne avevo visto di tutti i tipi. Case e casette, in montagna o sulle rive del lago, in mezzo alla città o solitarie sulla collina: ce n'erano da soddisfare ogni esigenza!

Ma i primi che volevo visitare erano quei grandi castelli, con mura di cinta, torri e torrioni, che, illuminati nel buio della notte sembravano miracolosamente sospesi nel vuoto. Mi piacevano proprio. Ma come potevo salire fin lassù?
Al primo arrivai saltando dalla mia nuvoletta preferita, in un giorno di pioggia. Ricordo che era un bel castello: grande, con stupendi affreschi sulle pareti del mastio e del palazzo. Ma che spavento mi presi nella "casa delle guardie": dalle pareti mi venivano incontro degli eserciti in assetto di guerra e i soldati mi scrutavano con sguardi così truci … che senza pensarci due volte …scappai senza guardare indietro!
Poco lontano ne notai un altro, ancora più grande. Era in una splendida posizione, in cima ad una roccia. Arrivai lassù chiudendo gli occhi e desiderando fortemente di arrivarci. L'espediente funzionò: ma che delusione! Non c'era nessuno lassù. E con il medesimo metodo ridiscesi in tutta fretta.
Tornai indietro. Avevo visto poco prima un castello, con un torrione grande e massiccio, che dominava la città. Da lì mi arrivavano suoni affascinanti e un vocio sommesso. Entrai volando leggera con le mie fragili alucce. Il castello era affollato di gente che ascoltava un coro. Mi fermai un pochino per godermi quella musica tanto piacevole, e nel frattempo mi guardai intorno: armi, ricordi di guerra, foto di case distrutte e di uomini sfiniti, ... Che forte e strano contrasto!
Lì però nessuno si interessava a me. Perché trattenermi ancora?

Era così tardi ormai e la notte era tanto buia, che, decisi, per quella prima uscita avevo visto abbastanza.
Ma nel viaggio di ritorno, non seppi resistere alla curiosità di vedere cosa stava succedendo in una delle case che sfilavano sotto di me. Chissà chi viveva là dentro?
Da una finestra scorsi una stanzetta accogliente, con disegni di fiorellini alle pareti e tanti amici di peluche intorno a una culla. Era certamente la stanzetta di un bambino.
Che voglia di conoscere quel bambino fortunato! Lì non c'era nessuno, ma forse … nella stanza accanto ...
Entrai silenziosa e guardai dovunque: ma … lì bambini non ne vedevo!
C'erano però una mamma e un papà: chissà che bello farsi coccolare da loro. Perché non provare? Non avrei fatto niente di male e, visto che lì non c'erano altri bambini, non avrei fatto torto a nessuno ...
Mi sistemai in mezzo a loro nel lettone, e in breve, dimenticando tutto il resto, messo il pollice in bocca, mi addormentai.

Il mattino dopo mamma e papà mi trovarono così. Felici del mio arrivo, guardandosi sorridenti negli occhi, esclamarono: "Finalmente, è arrivata Gaia!"


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