Ritorna alla pagina principale



LEO

di

Marvi


Era stufo di vivere sempre lì, in quell'angolo della savana, dove il tempo scorreva sempre uguale, dove il panorama era sempre uguale, dove l'orizzonte lontano era sempre uguale, dove la vita era sempre uguale! Sempre gli stessi amici, sempre gli stessi giochi.
Era proprio stufo. Anzi era stufissimo!!!
Qualcuno gli aveva raccontato un giorno che il mondo è vasto, generoso di sorprese, ricco di imprevisti, straripante di novità, pieno di gente interessante! Leo, il leoncino, sentì che era arrivato il momento di andare alla scoperta di questo mondo, dove - era certo - avrebbe trovato nuovi e stimolanti amici.

Partì coraggioso e fiducioso e ben presto incontrò un elefante. Grande e imponente, mai arrogante, l'elefante si rivelò subito un amico fidato. Aveva un solo difetto: nonostante i suoi grandissimi orecchi, l'elefante era sordo. Quando voleva svelargli qualche segreto, Leo era costretto a urlare. E doveva gridare fortissimo, per giunta, perché l'elefante era anche altissimo! Non poteva continuare così: i segreti rimangono segreti solo se si sussurrano negli orecchi degli amici, ma se si è costretti a gridarli, tutti li sentono e allora che segreti sono...!

Riprese il suo cammino. Avrebbe trovato un altro amico. Incontrò il serpente. Lui era così furbo e imprevedibile che, strisciando, sembrava conoscere tutti i modi per aggirare gli ostacoli e per raggiungere quel che voleva. Ma in breve tempo Leo si accorse che, vicino a lui, non si sentiva mai tranquillo: il serpente era così permaloso che doveva stare attento a tutto quel che faceva. Gli bastava supporre che Leo volesse sfiorargli la coda, che il serpente si attorcigliava pronto a scattare per morderlo. Era troppo stressante vivere così. Leo decise di rimettersi in viaggio.

Fu allora che incontrò il canguro. Leo era conquistato dalla sua allegria e dalla sua vitalità. Peccato che questo nuovo amico continuasse a saltare! Sul culmine di un discorso, ecco che il canguro spiccava uno dei suoi lunghi balzi e Leo era costretto a rincorrerlo per completare la frase o per ascoltare la risposta. Appena lo aveva raggiunto, non faceva in tempo a riprendere fiato che il canguro si lanciava in un altro enorme salto. E Leo sempre a rincorrerlo. Quante corse estenuanti! Troppo faticoso! Era impossibile rimanere più a lungo in compagnia del canguro. Doveva trovare un altro amico.

Non ci volle molto: sul suo cammino incrociò di lì a poco delle scimmie. Era la compagnia più divertente che avesse mai frequentato. Ballavano, ridevano, scherzavano di giorno e di notte. Si aggregò a loro. Imparò a fare burle e a ridere a crepapelle per ogni sciocchezza, e per giorni e giorni credette che quella fosse la vita che cercava. Fece scherzi a tutti e si divertì come un matto ad osservare le reazioni delle sue vittime. Ma toccò anche a lui subirne. Non sapeva mai che tiro birbone doveva aspettarsi dai suoi compagni di viaggio: a volte gli nascondevano le sue cose, altre lo svegliavano di notte fingendosi dei fantasmi, altre ancora gli facevano lo sgambetto... Insomma Leo ne vide e ne passò di tutti i colori. Ma quando gli scherzi sono troppi, non si può più vivere. Alla fine, sfinito, cambiò strada.

Dopo tanta tensione, desiderava un amico saggio e tranquillo. Lo trovò in una balena che amava fare le cose con calma e serenità. Eppure anche lei aveva qualcosa che non andava: voleva sempre nuotare, amava farsi cullare dalle onde, desiderava giocare con i pesci, cercava in continuazione tesori sul fondo del mare... a Leo invece l'acqua , soprattutto quella salata del mare, non piaceva per niente. Decise di lasciare anche quella nuova amica.

Ormai ne aveva fatta tanta di strada. Non aveva più voglia di novità e sentiva una grande nostalgia della quiete della savana, della sicurezza della sua tana, della simpatia e della normalità degli amici di una volta, del calore della sua famiglia...
Tornò a casa!

 

MARVI: "di recente ho trasformato 'Leo' in fiaba musicale e ho aggiunto una canzone finale (che ho fatto cantare a tutto il pubblico - di bambini - che ha assistito alle ormai sei rappresentazioni). Eccola qua:

Ho girato tutto il mondo
proprio come un vagabondo.
Nonostante le avventure
non ho vinto le paure!

Ero sempre insofferente,
non mi andava bene niente!
Ma ho imparato la lezione:
questa è una rivoluzione!

Ho capito finalmente,
sarò grande e indipendente:
solo se in me troverò
armonia, liberò sarò.


Ritorna alla pagina delle favole di Marvi

Ritorna alla pagina principale