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di
C'era una volta una coccinella piccola piccola, rossa e nera come tutte
le coccinelle. Passava le giornate camminando con il suo passo costante e cadenzato e
ovunque passasse lasciava una scia di fortuna. La sera, protetta dalla foglia più comoda
che trovava, si addormentava.
Una mattina fu svegliata da un colpo di vento che la ribaltò brutalmente e, per la prima
volta in vita sua, la coccinella si trovò con gli occhi all'insù e vide il cielo
azzurro, il sole e le nuvole.
Il suo sguardo incontrò gli occhi tristi di un angelo che si era affacciato da una
nuvoletta.
"Che cosa fai lassù?" gli chiese.
"Abito qui." rispose l'angioletto.
"Abiti lì ... così in alto?"
"Sì."
"E non hai paura di cadere?"
"A volte."
"Non sei mai venuto quaggiù?"
"Certo, ci vengo tutte le sere."
"E dove vai?"
"Dalla mia bambina."
"Sei ... un papà?"
"No, sono un angioletto. Ogni angelo protegge un bambino e tutte le sere va a dormire
con lui. Ogni sera vado dalla mia bimba e dormo con lei."
"La abbracci forte?"
"Sì ed anche lei a me."
"Le vuoi bene?"
"Tanto."
"E allora perché sei così triste?"
"La mia bambina sta crescendo e presto la perderò."
L'angioletto era sconfortato perché una volta che la sua bambina fosse cresciuta non
avrebbe più potuto dormire con lei.
"Quando era piccola dormiva spesso ed io stavo sempre con lei nella culla. Mi piaceva
tanto. Poi ha iniziato a crescere e a dormire sempre meno. Per me ora c'è spazio solo la
notte. Ma presto diventerà grande ed io ... sono così triste perché non potrò più
proteggerla."
"Ma i grandi non hanno un angelo custode?"
"Sì, però gli angeli dei grandi non sono come quelli dei bambini. Se ne prendono
cura dall'alto, mentre io vorrei stare sempre con lei perché penso che abbia tanto
bisogno di me. E poi sono altri i custodi dei grandi ... sono angeli grandi ... io non
potrò seguirla più."
"Capisco, capisco la tua tristezza. C'è qualcosa che posso fare per te?"
"Non saprei ..."
"Vedrò ... di farmi venire qualche idea. Intanto ti lascio un po' di fortuna."
La coccinella si rigirò e si rimise sulle zampe, mentre l'angioletto la guardava
speranzoso. Camminò e camminò finché non giunse alla casa della bambina e si fermò nel
giardino.
La bambina uscì proprio in quel momento per giocare. Vide la coccinella e la prese nella
mano.
"Ciao" disse la bambina "E' vero che porti fortuna?"
"Sì, tutte le coccinelle portano fortuna."
"Che bello! Ne porti anche a me?"
"Sì, però vorrei portarne anche ad un mio caro amico."
"Chi è?"
"Un angioletto triste. Vive su una nuvoletta, ma ogni notte va da una bambina e dorme
con lei. E la protegge."
"Perché è triste?"
"Perché la bambina sta crescendo, presto diventerà grande e lui non potrà più
aver cura di lei."
"Sta diventando molto grande quella bambina?"
"Be', sta diventando grande come è giusto che sia."
"E' bello crescere, puoi fare tante cose che da piccola non fai. Quanti anni ha la
bambina?"
"La tua età."
"Sono ... sono io?"
"Sì."
"Oh ... ma io non sapevo di avere un angioletto che mi proteggesse! E quando sarò
grande non lo avrò più?"
"I grandi sono protetti in altro modo, non come i bambini."
"Oh ... ora mi sento triste anch'io. Non voglio perdere il mio angioletto. Ma ... hai
detto che ogni sera viene da me?"
"Sì e dorme con te."
"Mi abbraccia forte?"
"Sì ed anche tu abbracci lui."
"Mi vuol bene?"
"Tanto."
"Anch'io a lui. Aiutami, coccinella, fa' che resti con me per sempre."
"Non possiamo cambiare il corso delle cose, ma possiamo cercare una soluzione che
vada bene per tutti ... con un po' di fortuna!" disse la coccinella guardando la
mamma della bambina che era uscita in giardino a stendere la biancheria. Aveva il pancione
grosso ed ogni tanto se lo accarezzava.
"Quando nascerà il tuo fratellino?"
"La mamma dice che ogni momento può essere quello buono."
"Bene, vedrò ... di farmi venire qualche idea. Intanto ti lascio un po' di
fortuna."
La coccinella s'incamminò ed andò sotto la nuvola dell'angioletto triste.
"Forse c'è una soluzione. La tua bimba avrà un fratellino da un momento all'altro.
Va' subito a chiedere se è gli è già stato assegnato un angelo custode. "
L'angioletto triste andò dal capo degli angeli e questi gli disse che stavano scegliendo
un altro angioletto per quel bambino.
"Ed io che farò?" domandò l'angioletto triste.
"Resterai nel limbo fino a che non ti verrà assegnato un altro compito."
"Il mio compito è stare con la mia bambina. Io continuerò a volerle bene attraverso
il suo fratellino."
"Perché pensi che dovremmo scegliere te?"
"Perché io la amo ... più di tutti. Se non le starò vicino, si spezzerà il cuore
sia a me che a lei."
Pochi giorni dopo venne alla luce un bellissimo maschietto che fu chiamato Gabriele,
proprio come l'angelo che aveva annunciato alla Madonna che sarebbe diventata la mamma del
Bambino Gesù.
Ma il più bell'annuncio fu per il nostro angioletto triste che alla fine era stato scelto
per accogliere e custodire il nuovo nato.