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I FAGIOLI MAGICI

di

Elisabetta

Giobele aveva appena terminato di stirare la sua camicia, quando uno squillo lo avvertì che Maria era arrivata. In fretta prese una scatola di fagioli dalla cucina e corse per le scale, senza nemmeno chiudere la porta dietro di sè.
- Scusa il ritardo Mari, ma corri, corri più in fretta che puoi!
Mari mise in moto il suo povero scooter e in men che non si dica arrivò davanti alla scuola, lì dove Oswald li attendeva alquanto irrequieto.
- L'avete portata?
- Eccola - disse Giobele - sono scelti, di prima qualità.
Oswald aprì la scatola e fece cadere i fagioli ad uno ad uno lungo il marciapiede della scuola.
- Così domani ne vedremo delle belle!

L'indomani alle 11.00 il maestro Smith interrogò Oswald. Il problema non era facile, ma in poco tempo il bambino risolse tutte le equazioni, tirando un bel sospiro. Era stato promosso e anche per quest'anno niente compiti per le vacanze!
Uscendo dalla porta di dietro Oswald vide che i suoi fagioli magici erano cresciuti durante la notte, ed erano nate delle piccole e robuste pianticelle. Bastarono poche ore che quei virgulti divennero alberi forti, le cui fronde suonavano le canzoni più famose di quell'estate. I bambini della scuola corsero ad arrampicarsi, e c'erano anche Giobele e Maria. Si guardarono a lungo negli occhi senza dire una parola.
All'improvviso come mille api inferocite le foglie si trasformarono in un branco di bufali e iniziarono a correre impazziti lungo il sentiero.
Maria espresse un desiderio, e in un lampo gli animali si trasformarono in un mucchio di foglie argentate, che volteggiavano sul capo di Oswald.
Il bambino, sembrò irritato da tutto quel bagliore argentino e pensò che era l'ora della merenda. D'un tratto mille coni al cioccolato danzavano davanti agli occhi di Giobele, che ne afferrò subito un paio e li divorò.
- Bene, ragazzi, anche oggi ci siamo divertiti!
- Sì, Oswald, ma la prossima volta ricordati che io adoro la vaniglia, e una spruzzatina di mandorle!
- Uff, quante storie!

- Giobele...Giobele!!! - gridò la mamma - hai lasciato il ferro acceso!
Ma il bambino dormiva profondamente sognando i suoi fagioli...


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