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REMORINO E IL PESCECANE

di

Manuela

Cari bambini,
                      questa è la storia di un pesciolino di nome Remorino.
Remorino viveva in un mare molto blu, in una zona tropicale della terra. In questo mare si specchiava un sole caldissimo che rendeva l'acqua quasi tiepida e tutti gli abitanti-pesci uscivano dalle loro tane-case per farsi accarezzare dai sui raggi che penetravano dalla superficie dell'acqua.
Remorino aveva molti amici che giocavano con lui a nascondino fra le alghe e i coralli; per tutto il giorno si rincorrevano, scivolavano dentro tunnel di sabbia, alzavano nuvole di sabbia quando, nuotando velocemente, sfioravano con la pancia il fondo del mare.

Una mattina, quando Remorino si svegliò, il mare sembrava più tranquillo del solito: non c'era il via vai continuo dei pesci e non si sentiva il chiacchiericcio dei delfini che, tutte le mattine lo svegliava. Remorino pensò: - "Forse oggi è domenica e sono rimasti tutti a letto! Allora li sveglierò io, quei miei amici pigroni!".
Uscì a fare una nuotatina e, mentre si stava avvicinando alla tana-casa di un suo amico, la luce del sole si oscurò. Remorino sentì un brivido di paura corrergli lungo la spina di pesce e, istintivamente, si nascose dietro ad una roccia.
Piano piano, con le pinne che tremavano, alzò gli occhi verso l'alto e allora vide il più grosso, il più cattivo, il più affamato dei pescecani; nuotava silenzioso, con la grande bocca un po' aperta, come se volesse far vedere i suoi denti minacciosi, affilati come lame di coltelli. I suoi occhi, piccoli e cattivi, si muovevano a destra e a sinistra in cerca di pesci da mangiare e Remorino capì che, se il pescecane lo vedeva, sarebbe finito dentro quella bocca enorme.
Proprio la sua paura lo salvò perché, paralizzato dal terrore, non fece nessun movimento e il pescecane non si accorse di lui.
"Povero me!" - pensava Remorino - "e poveri i miei amici! Se il pescecane ha così fame, come facciamo a difenderci, noi, che siamo così piccolini e lui è tanto grande e forte? Mi è venuta un'idea! Andrò dal saggio Dottor Seppia a chiedergli un consiglio!"

Con molta circospezione, Remorino abbandonò il suo nascondiglio e arrivò, nuotando in mezzo alle alghe, alla tana-casa del Dottor Seppia. Con un filo di voce, Remorino vide spuntare un tentacolo, poi un altro e un altro ancora e, infine uscì il Dottor Seppia al completo.
- "Ah, ciao Remorino, cosa ti succede? I tuoi colori sono un po' sbiaditi, non avrai mica preso l'influenza?"
- "No, no, Dottore" - disse Remorino un po' affannato - "ho appena incontrato un pescecane e, quasi, morivo di paura! Sono venuto da lei per chiederle un consiglio. Come faccio a non farmi mangiare dal pescecane?"
- "Ma caro, è semplice." - disse il Dottor Seppia, stupito da quella domanda, - "quando il pescecane ti vede, tu cominci a soffiargli addosso tutto l'inchiostro che hai dentro, così lui non ti vede più e puoi scappare a nasconderti nella tua tana-casa! "
- "Grazie, grazie, Dottor Seppia, farò proprio così." -
E Remorino se ne andò più tranquillo.
Mentre andava verso casa, pensò: - "Adesso voglio proprio fare una prova, così quando incontrerò il pescecane, saprò già come fare."
Allora Remorino cominciò a soffiare, ma dalla sua bocca uscivano solo delle bellissime bolle e, di inchiostro nero, non c'era nessuna traccia! Come rimase male, Remorino, nel vedere che il consiglio del Dottor Seppia non poteva andare bene per lui! E intanto, mentre andava a cercare i suoi amici, vide passargli vicino la Signora Piovra, il Signor Pescemartello e la Signora Torpedine, tutti tranquilli e beati. Per forza, loro non avevano paura del pescecane: se quel cattivaccio dava loro fastidio, la Signora Piovra lo prendeva con i suoi tentacoli e lo strizzava a dovere, il Signor Pescemartello gli dava una martellata fatta bene sulla testa e la Signora Torpedine, se solo il pescecane provava a sfiorarla, gli faceva sentire la scossa elettrica!

Remorino era molto scoraggiato e, finalmente, arrivò dai suoi amici che sapevano già dell'arrivo del pescecane nel loro mare e anche loro erano tristi perché, con quel cattivone in giro, non potevano più giocare tranquilli. - "Come facciamo adesso a giocare?" - dicevano in coro tutti i pesciolini e, mentre parlavano della disgrazia che era loro capitata, all'improvviso, sentirono un forte lamento. - "Ahi!Ahi! Povero me! Che prurito! Ahi!Ahi! Aiuto, non riesco a grattarmi!"
Remorino e i suoi amici rimasero di stucco! Indovinate chi si stava lamentando................Bravi! Era proprio il pescecane che, mentre dormiva, era andato a finire dentro un cespuglio di alghe-ortica e la sua pelle era piena di bolle che gli facevano un gran prurito.
A Remorino venne una grande idea e, con voce sicura, si rivolse al pescecane: - "Mi chiamo Remorino e, se mi prometti che non mi mangi, io e i miei amici usciremo dalle nostre tane-case e ti aiuteremo."
Il pescecane, che si chiamava Bobi Losqualo, disse, fra un ahi e un altro ahi: - "Parola di Bobi Losqualo. Ti prometto che, se mi farete passare questo tremendo prurito, non mangerò mai più pesci!"
Allora Remorino e i suoi amici si avvicinarono a Bobi Losqualo e, con i loro musetti aguzzi, cominciarono a grattare la pelle del pescecane, che gongolava di sollievo. Ci misero tutto il loro impegno e fecero proprio un bel lavoro grattando ogni pezzettino di pelle e fu così che nacque una grande amicizia fra il grande pescecane e quei piccoli pesciolini che da quel giorno si chiamarono "remore" in onore del loro coraggioso amico Remorino.

Se vedete, nei documentari sugli animali marini, un grande pescecane seguito da tanti pesciolini forse è Bobi Losqualo con Remorino e i suoi amici remore.
Da quel giorno, Bobi Losqualo mangiò solo insalata di mare.


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