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di
Tanti e tanti anni fa viveva nellantica Bretagna un piccolo reame retto da una
regina giusta e amate dai sudditi. Ella aveva sposato un nobile gentiluomo che
ladorava e laiutava con saggezza nelle questioni del piccolo regno. Ma il re
sposo aveva un gran cruccio: la sovrana era in grave disaccordo con la sorella del re ed
in seguito ad un forte litigio in cui aveva la ragione dalla sua parte era rimasta offesa.
La sorella del re aveva riconosciuto i propri torti, ma la regina non ne voleva sapere
poiché loffesa era stata troppo grave.
Il re con molta saggezza e onestà si era schierato con la consorte e dichiarò che non
avrebbe rivisto più la sorella se prima la moglie non lavesse perdonata. Il
puntiglio della sovrana però gli pesava moltissimo anche se, consapevole dei suoi dovere
di marito e monarca, non lo dava a vedere per niente. Nel cuore della notte si svegliava,
poiché sognava che le due donne si riappacificavano e poteva scherzare coi nipotini o
andava con la memoria a quando lui e la sorella, da piccoli, giocavano e, più grandi, si
confidavano piccoli segreti. Ma amava anche molto la sua sposa cui avrebbe sacrificato la
vita se necessario e si giurò che mai avrebbe forzato o turbato le sue decisioni.
Però senza motivo apparente il re diventava ogni giorno sempre più triste senza che la
regina capisse il motivo. Solo al suo cagnolino il re, non visto, confidava tutto e
sembrava che la piccola bestiolina capisse per come lo ascoltava attentamente.
Una notte il re si svegliò e vide il suo cagnolino ai piedi del letto come se
aspettasse pazientemente. Si alzò, lanimaletto fece cenno di seguirlo e al re
sembrò una cosa da fare tanto per distrarsi e si vestì in maniera anonima. Fuori la
notte era dolce, la luna buttava un manto dargento sulla terra e le lucciole si
rincorrevano disegnando fili dorati in mezzo ai campi e al re si riempì il cuore di
dolcezza come non capitava da qualche tempo.
Il suo piccolo compagno lo guidava per la città addormentata e lui lo seguiva fiducioso e
giunsero in una piccola chiesetta ed entrarono. La chiesa era fiocamente illuminata con le
torce che davano un senso di calore e di raccoglimento, il re si sedette sospirando con un
senso di gran pace e cominciò a pregare in silenzio col cagnolino accucciato accanto.
Sentì un fruscio, ma non vi badò, assorto comera nei suoi pensieri.
Ciao
si sentì sussurrare con un filo di voce. Il re sussultò e
si girò di scatto: sua sorella lo fissava timidamente! Il cuore gli dettò senza esitare,
le buttò le braccia al collo ricambiato. Si parlarono per ore, raccontandosi tante
novità, episodi familiari e ricordi dinfanzia e non fecero caso ad una silenziosa
figura con mantello e cappuccio che li osservava dallaltro lato della chiesa.
Al termine la sorella pregò il re di intercedere presso la regina in quanto era
pentitissima. Ma il re scosse la testa e le rispose: Mi dispiace, non posso forzare
la volontà della regina, non sarebbe un perdono sincero sorella cara e non dobbiamo
rivederci più. Al che la donna si eclissò tristemente.
Ormai albeggiava e, rimasto solo, il re si alzò e nel segnarsi con lacqua santa gli
sfuggirono due lacrime che si posarono a terra come due occhi luccicanti e se ne andò col
suo piccolo compagno. La figura silenziosa si avvicinò alle due gocce e le fissò a
lungo.
Passarono i giorni e ci furono i festeggiamenti a palazzo per il compleanno del re che,
per la verità, non tanto si sentiva allietato. Dopo tanti doni, alla fine della festa, fu
annunciato il regalo della regina. Una bambina, tra le due ali della corte, recava un
mazzo di fiori e il re rimase a bocca aperta per la sorpresa: era sua nipote! Si voltò
verso la sua amata sposa e lei gli sorrideva e gli indicò la sorella che andava verso di
lui per gli auguri. La festa fu come un sogno per il re ed ad un certo punto la regina gli
rivelò con un sorriso malizioso: Ti ho visto in chiesa quella notte!.
Se possibile, il viso del re si allungò per la sorpresa. Gli raccontò che il suo
cagnolino la svegliò in silenzio mentre lui si vestiva e a sua volta li seguì assistendo
a tutta la scena in chiesa. Il re si voltò verso il suo fedele amico ed ebbe
unimpressione: gli aveva fatto locchiolino!