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LE AVVENTURE DI ROSMARINO

di

Rosalia

 
C’era una volta, un orsetto Koala, che abitava sopra un albero di eucalipto, si chiamava Rosmarino e viveva felice con la sua mamma e il suo papà, sgranocchiando allegramente le tenere foglioline dell’amico albero.
Un giorno Rosmarino pensò che si era stancato di mangiare sempre lo stesso tipo di foglie sul medesimo albero, e volle andarsene per cercare qualcosa di più buono in un posto più bello.
Quando li salutò, il papà e la mamma erano molto tristi, non capivano perchè il loro adorato cucciolo stesse partendo. Secondo loro non esisteva nulla di più buono delle foglie di eucalipto, ma soprattutto nulla di più bello del loro albero. Rosmarino era testardo e partì felice, promettendo loro che sarebbe tornato, prima o poi.

Se ne andò a spasso per un po’ nella foresta a testa alta, fiero di quello che stava facendo, ma quando il sole fu sul punto di tramontare s' impaurì, perchè non aveva ancora trovato un riparo per la notte.
Cammina cammina, si rese conto che non sapeva nemmeno dove si trovasse, e che non sarebbe riuscito a tornare dai suoi adorati genitori.
Cominciò a piangere, i suoi occhi diventarono rossi e gonfi tanto che quasi non ci vedeva più, allora, mentre se li strofinava con le zampette, guardando in alto, vide un grande albero di mele, con i frutti rossi e maturi che pendevano dai solidi rami.
Immediatamente salì sull’albero, e lì si sentì comodo e al sicuro come mai si era sentito in vita sua.
Era così stanco che subito si addormentò.

Il giorno dopo, quando si svegliò, la prima cosa che vide fu una grossa mela, rossa e profumata davanti a sè, allungò la zampetta e la raccolse. Aveva molta fame, perciò diede subito un morso al frutto succoso, e pensò che non aveva mai mangiato niente di più dolce e delizioso.
Quando finì di mangiare la terza mela, si sentì sazio e si sistemò comodamente sdraiato sopra due grossi rami intrecciati fra loro, preparandosi per dormire ancora un po’, ma un rumore lo disturbò, era un fruscìo molto fastidioso.

Un esercito di formiche stava avanzando verso l’albero, i piccoli animaletti neri formavano una lunga striscia scura che lentamente si avvicinava, Rosmarino cominciò ad avere paura perchè erano moltissime. La formica che guidava tutte le altre era la più grossa, aveva una corona in testa e gridava continuamente imponendo ordini a tutte le altre.
Quando questa si trovò proprio sotto l’orsetto gridò: "ALT!" e tutte le altre ubbidienti si fermarono immediatamente, poi disse: "Orsetto, buttaci le mele, così possiamo mangiarle senza doverci arrampicare sull’albero".
Rosmarino rispose: "Va bene, ve ne lancio qualcuna".
La Regina delle formiche urlò: "Noi vogliamo tutte le mele, hai capito?".
Il Koala rispose: "Se ve le butto giù tutte, io cosa mangio?.
"Se non le fai cadere tutte - annunciò la Regina - noi scuoteremo l’albero, così oltre alle mele faremo cadere anche te".
Rosmarino non voleva cedere e si attaccò con una zampa ad un ramo, mentre con l’altra riuscì a raccogliere tre mele e a tenerle strette a sè; intanto la Regina delle formiche ordinò al suo esercito di scuotere l’albero per far cadere le mele.
L’ orsetto riuscì a non cadere per miracolo, mentre con tristezza guardava tutte le mele che, cadute a terra, stavano per essere divorate.
Pochi istanti dopo, sull’erba erano rimasti solamente i torsoli, ma la Regina non era ancora contenta e gli gridò: "Lancia anche le tre mele che hai in mano!".
"No, sono mie" rispose lui.
La formica si arrabbiò moltissimo minacciandolo: "Se non ce le dai, veniamo noi a prenderle e poi vedrai cosa ti faremo!".
Rosmarino prese la più piccola delle tre mele e la tirò vicino alla Regina, colpendole una zampina.
"Volevi la mela? - urlò lui - eccoti accontentata".
La formica si rotolò a terra, lamentandosi per il dolore e tutte le soldatesse corsero verso di lei per aiutarla, arrivò anche un dottore-formica che, dopo averla visitata, suggerì di portarla subito all’ospedale per poterla curare meglio. La Regina delle Formiche venne delicatamente adagiata sopra una barella, e tutto l’esercito partì al suo seguito.

Rosmarino, comodamente seduto sul ramo del melo, si pentì di aver fatto male alla Regina, anche se era molto cattiva, e seguì il corteo di formiche con lo sguardo, fino a quando non si videro più.
Si accorse anche che l’albero era rimasto senza mele, invece lui ne aveva ancora due.
"Come sarebbe stato bello poterle regalare alla mamma e al papà", pensò, "chissà come saranno preoccupati per me in questo momento". Decise di scendere dall’albero e correre dai suoi genitori, aveva nostalgia delle loro coccole, ma non si ricordava la strada del ritorno.
Passò di lì una rana che, guardando con interesse le sue mele, chiese : "Ciao bel Koala, rruakk rruakk, dove stai andando?".
Rosmarino rispose tristemente : "Vorrei tornare dai miei genitori, ma non ricordo la strada per arrivarci, so solamente che il grande eucalipto dove noi abitiamo si trova vicino allo Stagno Millenario".
"Io so dov’è lo Stagno Millenario - gracidò la ranocchia - sto andando proprio in quella direzione, e se mi regali le tue mele ti accompagno io".
Rosmarino si arrabbiò: "No, non te le posso dare, le voglio portare ai miei genitori".
"Come fai ad andare dai tuoi genitori a portargli le mele?" chiese la rana, "Se non sai nemmeno dove si trovano?" e se ne andò, lasciando Rosmarino triste e solo con i suoi pensieri.
Improvvisamente egli capì che la soluzione era semplice, poteva seguire la rana senza farsi vedere da lei. Allora si mise a correre per raggiungerla ma, quando la vide, si accorse che era arrivata troppo lontano, infatti poco dopo era sparita.

Rosmarino continuò a camminare pensando che quella fosse la direzione giusta, ma, dopo un po’ di tempo, gli venne male ai piedi, allora si fermò per massaggiarseli e, preso dallo sconforto, cominciò a piangere.
Arrivò una lucertola che gli chiese: "Ciao orsetto, perchè sei così triste?".
"Ciao Lucertolina", la salutò Rosmarino "Piango perchè mi sono perso".
"O povero tesoro" lo consolò lei, "Dimmi, dove devi andare?".
"Vorrei tornare al mio albero, che si trova vicino allo Stagno Millenario - rispose - per favore, conosci la strada che conduce lì?".
"Certamente - rispose lei - devi proseguire alla tua destra sempre dritto e dopo mezz’ora sarai arrivato".
"Grazie!" eclamò Rosmarino, "Mi piacerebbe poter ricambiare la tua gentilezza, cosa posso fare per te?".
"Ho sempre desiderato assaggiare una mela ma non ho mai potuto farlo, me ne potresti dare almeno un pezzettino?" domandò la lucertolina.
Rosmarino non se lo fece ripetere, staccò un pezzetto di una delle due mele e lo diede alla sua nuova amica, poi la salutò e promise che sarebbe tornato a trovarla.

Si diresse verso il suo bell’albero, pensando che alla mamma avrebbe dato la mela intera, e al papà avrebbe dato la mela rotta; ciò che importava era di poterli riabbracciare. Seguendo le indicazioni della lucertolina, in poco tempo, arrivò al suo albero.
Il papà e la mamma stavano dormendo, così pensò di non svegliarli e di fare un riposino anche lui.
Quando la mamma si svegliò e lo vide, non credeva ai suoi occhi e, piangendo per la felicità, lo riabbracciò. Il rumore svegliò il papà che, per l’emozione, quasi cadde dall’albero. Rimasero così appiccicati per un’ora, poi Rosmarino diede le mele ai suoi genitori che le sgranocchiarono beatamente, mentre ascoltavano sereni il racconto delle sue avventure.


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