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IL TAPPETO COLORATO

di

Rosalia

 

Questa è la storia di Arilla, la coccinella.
Girovagando per la campagna, Arilla trovò un prato pieno di fiori colorati, dove si fermò per un po’ di tempo per volare da una corolla all’altra.
I suoi preferiti erano i fiori viola, ma anche quelli rossi e gialli ricevevano spesso le sue visite.

Un giorno, proprio in mezzo al prato, vide un bell’albero di ciliegie, grande e imponente, che aveva un taglio sulla corteccia dalla quale fuoriusciva un liquido vischioso, come fosse colla.
Arilla, che era molto curiosa, volò sopra un ramo dell’albero, per cercare di capire che cosa fosse quella strana sostanza.
L’albero disse : "Ciao, io mi chiamo Celestino e tu chi sei?" Arilla si spaventò perché credeva che l’albero stesse dormendo, non si aspettava che le parlasse.
"Io mi chiamo Arilla e sono una coccinella, volevo sapere che cosa ti sta uscendo dalla ferita" chiese lei.
L’albero rispose: "E’ un medicamento che la mia corteccia produce da sola proprio per farmi guarire".
"Ohhh!!! - esclamò Arilla meravigliata - posso toccarla?".
"Si, stai attenta però a non incollarti che poi non ti stacchi più!" la avvisò lui gentilmente.

La coccinella provò a toccare il fluido vischioso, ma subito le si incollarono le zampette, che quasi non riusciva più a staccare da Celestino.
Provò e riprovò, alla fine ci riuscì e spiccò il volo salutando il suo nuovo amico, così, ancora un po’ appiccicosa, potè tornare dai suoi amati fiori.
Per primo ne vide uno con i petali gialli e vi si posò sopra, lo annusò apirandone il profumo come faceva di solito, poi lo salutò mentre partì per una visita ad un altro fiore di colore viola, successe allora che un po’ di colore giallo del fiore precedente rimase incollato alle sue zampette.
Quando si posò sulle bellissime corolle viola, rimasero dipinti come per magia, alcuni cerchietti gialli lasciati dai suoi piedini, e quando se ne andò sui fiori arancio, questi rimasero colorati di macchie viola.

In questo modo tutto il prato preferito da Arilla, divenne un arcobaleno di colori e, visto dall’alto, sembrava la tavolozza di un pittore un po’ pazzo.
Era uno spettacolo magnifico e Arilla volò un po’ più in alto del solito, per vedere meglio il suo prato così trasformato.

In quel momento arrivò un’ape che si chiamava Frolla, era conosciuta da tutti perché aveva fama di essere un po’ dispettosa.
Appena vide quello spettacolo meraviglioso, l’ape Frolla decise che quei fiori così unici dovevano diventare suoi, e cominciò a strapparne le corolle per raccoglierli.
Arilla corse subito incontro all’ape per fermarla, impedendole così di rovinare tutto il suo prato, ma Frolla non ne volle sapere di lasciar i fiori in pace e continuò a strapparli, nonostante le proteste della coccinella.
Litigarono per un po’ di tempo finchè l’ape, essendo la più forte delle due, colpì un’aluccia della coccinella che si mise a piangere urlando per il dolore.
Arilla gridava così forte che spaventò Frolla tanto da farla fuggire, e tutti i petali che aveva tolto ai fiori, nel parapiglia, caddero per terra.

Arilla, che ora stava un po’ meglio, raccolse i petali da terra e li intrecciò fra di loro, ricavandone un bellissimo tappeto multicolore, poi andò a cercare l’ape perché voleva fare la pace.
La trovò che stava piangendo nel suo alveare, dove abitava da sola perché nessuno voleva vivere con un animaletto dispettoso come lei.
Le diede il tappeto dicendole che era un regalino per lei.
L’ape, meravigliata dalla bontà della coccinella, si pentì sinceramente di aver rovinato il bel prato della sua nuova amica.
Arilla e Frolla si promisero eterna amicizia, facendosi compagnia per sempre, vivendo tante altre avventure insieme ai loro amici fiori.


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