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LA VOCE D'ORO

di

Rosalia

C’era una volta una famiglia di lucertole. Papà lucertolone e mamma lucertolina vivevano felici con i loro tre figlioletti, che si chiamavano Lulabella, Giacco e Giuffo.
Dovete sapere che le lucertole hanno la ligua lunga per acchiappare meglio gli insettini da mangiare, ma il caso volle che Giuffo fosse nato con la lingua corta. Era così corta che non riusciva a catturare abbastanza insetti per nutrirsi a sufficenza, così la sua mamma li prendeva anche per lui, e gleli cucinava in mille deliziosi modi.
I suoi fratelli lo scherzavano sempre e gli dicevano: "Thu hai la lingua cortha!!!, thu hai la lingua cortha!!! Ieeaa!!!! Ieeaa!!!!" perché le nostre amiche lucertole, proprio a causa della lunga lingua che gli scivolava fra i denti, parlavano malissimo.
Giuffo invece aveva una pronuncia impeccabile, ma a lui non importava, avrebbe preferito che gli altri non lo prendessero in giro.
Quando, per questo motivo, era molto triste, correva dalla sua mamma a farsi coccolare un po’ e lei gli diceva che lui era il suo preferito.

Giuffo poi si consolava anche cantando, perché, proprio a causa della sua lingua corta, sapeva cantare benissimo con una voce limpida e cristallina.
Quando cantava, lo ascoltavano tutti volentieri poiché una voce così melodiosa dava gioia e serenità. Anche i suoi fratelli lo ascoltavano spesso rapiti, ma poi lo scherzavano ugualmente, anche se cantava così bene.

Un bel giorno passò proprio lì vicino messer Coccodrillo, che era un famoso impresario teatrale e sentì la dolce voce di Giuffo, che stava proprio cantando in quel momento. Messer Coccodrillo chiese a mamma lucertolina il permesso di portare Giuffo a teatro con lui per farlo cantare, perché disse che aveva proprio una voce d’oro, e voleva presentarlo al regista del suo famoso spettacolo teatrale.
Mamma Lucertola fu ben felice di lasciar andare Giuffo con il gentile signore, perché capì che era ciò che il suo lucertolino desiderava di più al mondo.

Qualche ora dopo Giuffo era già di ritorno, Messer Coccodrillo lo aveva fatto conoscere a tutte le persone che aveva trovato in teatro e quando lo avevano sentito cantare, erano rimasti tutti in silenzio, meravigliati dalla bellezza della sua voce.
Quando ebbe finito di cantare, gli proposero di esibirsi tutti i giorni durante lo spettacolo e Giuffo acconsentì immediatamente. Si fermò ancora un pochino per provare a cantare insieme agli altri, cosicchè il giorno dopo avrebbe già potuto partecipare allo spettacolo.
Quando ritornò a casa, mamma lucertolina fu felice di sapere che il suo Giuffo avrebbe cantato in quella famosa commedia, il giorno dopo.

Infatti, la sera successiva, la famigliola al completo era a teatro in prima fila per ammirare Giuffo, che incantava la platea con la sua voce cristallina.
Alla fine dello spettacolo, il pubblico applaudì per venti minuti, fu un successo strepitoso.
Messer Coccodrillo fece firmare un contratto esclusivo al nostro lucertolino, che ricevette così il suo primo compenso.

Il giorno dopo la mamma andò a fare acquisti e portò Giuffo con sè, decisero di comperare delle sorprese per tutti, infatti, quando tornarono a casa erano carichi di borse e pacchetti.
I fratellini erano curiosi di vedere che cosa avessero comperato, con i primi guadagni di Giuffo.
Lulabella, che adorava le bambole, ne ricevette una bellissima che cantava, ballava e mangiava la pizza.
Poi fecero finta di non aver portato nulla a Giacco, ma quando egli si mise a piangere come una fontana estrassero il pacco più grosso: era una moto elettrica, così bella che Giacco rimase per un po’ senza respirare, mamma lucertolina ebbe paura che si soffocasse.
Al Papà avevano comprato un bel maglione morbido che lo avrebbe riscaldato nel freddo inverno.
Giuffo e la Mamma aprirono altri pacchettini da dove sbucarono molti manicaretti e stuzzuchini ancora caldi, perché era arrivata l’ora di pranzo ed erano tutti molto affamati.
Lulabella e Giacco ringraziarono di cuore il loro fratellino chiedendogli scusa, perchè si erano sempre comportati male con lui. Giuffo li perdonò subito e tutti insieme cantarono una bella canzoncina stonata.


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