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"Ho scritto questa storia per commentare l'esecuzione della raccolta pianistica di
H.Villa Lobos dal titolo "Francette e Pià". In aprile, proporremo questo
racconto con l'esecuzione della raccolta di Villa Lobos in una trascrizione per pianoforte
a quattro mani, ottoni e strumenti ritmici, nell'ambito di un concerto per le
scuole."
Se siete interessati ad avere informazioni più precise potete scrivere direttamente a Marvi
di
Pià aveva viaggiato su una grande nave per giorni e giorni. Aveva attraversato l'Oceano.
All'inizio gli era sembrata un'avventura entusiasmante: quante cose nuove poteva vedere,
quante cose nuove poteva imparare!
Ma di sera, nel silenzio della sua cabina, quanta nostalgia! Nostalgia della sua vecchia
casa, degli amici che aveva lasciato in Brasile, dei giardini dove andava a giocare,
di tante cose. Riaffiorava allora alla sua mente una dolce melodia popolare, che
gli aveva insegnato la nonna. Quella melodia aveva il potere magico di restituirgli la
serenità.
La Francia era bellissima: colline verdi, grandi coltivazioni di girasoli gialli, campi
ben coltivati, castelli imponenti.
Pià però era così solo! Sperava di incontrare qualcuno con cui stringere amicizia.
Proprio quel giorno incontrò Francette, una graziosa ragazzina con i capelli intrecciati
in due lunghe trecce.
Seppure con qualche sforzo, perché Pià non conosceva ancora molto bene il francese,
raccontò a Francette chi era e cosa faceva in Francia, e quali attività preferiva, e chi
aveva lasciato in Brasile. Francette lo ascoltava con sincero interesse, ogni tanto
correggeva la sua pronuncia, quando lo vedeva in difficoltà lo aiutava a trovare le
parole giuste.
Era nata così la loro bella amicizia.
Da quel primo giorno, quasi ogni giorno dopo la scuola si incontravano ai giardini. A volte giocavano, a volte si sedevano su una panchina e parlavano parlavano
Quando giocavano a rincorrersi Francette si stancava molto: Pià era decisamente più
forte e più veloce di lei. Per questo, quando la vedeva in difficoltà, Pià l'aspettava.
Francette allora si arrabbiava tantissimo.
Francette era una ragazzina ostinata: quando decideva di fare una cosa, nessuno poteva
distoglierla dal farla. Lei aveva deciso che avrebbe imparato a correre veloce come il suo
amico, ed era certa che esercitandosi, senza cedere alla fatica, prima o poi ci sarebbe
riuscita!
In Europa era scoppiata la guerra! La radio e i giornali non facevano che parlare di
questa tragedia. Tutti erano tristi e preoccupati. Sui volti di tutti, grandi e piccini,
si leggeva la paura.
La vita era profondamente cambiata: nessuno poteva muoversi liberamente come prima, spesso
gli allarmi aerei costringevano la gente a lasciare immediatamente ogni attività per
ripararsi nei rifugi, le scuole e le fabbriche erano state chiuse. Era difficile perfino
procurarsi da mangiare!
Per evitare i bombardamenti, come tutti, anche le famiglie di Pià e di Francette
dovettero scappare lontano dalle loro case e rifugiarsi in località più sicure.
La guerra li aveva separati.
Finché furono profughi, infatti, Pià e Francette non si incontrarono mai.
Francette era così triste! Le mancava tanto il suo caro amico Pià: solo con lui poteva
parlare dei suoi sogni e solo a lui poteva confidare i suoi segreti.
Era finita!
Quasi non potevano crederci: la guerra era davvero finita!
Tutti cantavano felici mentre raccoglievano le loro poche e povere cose per tornare a
casa.
Anche Pià e Francette tornarono a casa.
È difficile raccontare la felicità: il cuore è leggero, il passo è allegro, gli
occhi ridono, la mente canta!
Che felicità per Pià e Francette, quando finalmente si incontrarono di nuovo! Era tanta
che non trovavano nemmeno le parole per esprimerla, ma si guardavano negli occhi e
ridevano!
Ma i giorni che seguirono, oh sì, se trovarono le parole! E si raccontarono tutto quel
che avevano vissuto: tutto, fin nei più piccoli particolari, con l'irruenza dei fiumi in
piena
Ma dopo la necessità di raccontarsi tutto quanto avevano sofferto nei tempi bui della
guerra, tornò per fortuna la voglia e la gioia di giocare insieme.
E questo fanno ancora oggi, Pià e Francette. Tranne quando, guardandosi negli occhi, ma
senza pronunciare parola, per scaramanzia, si augurano l'un l'altro di non dover mai più
scappare da nessuna guerra.
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di Marvi